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L'insufficienza renale acuta (IRA) è una sindrome clinica caratterizzata da una rapida riduzione della funzionalità renale (calo della VFG) che determina aumento della azotemia e della creatininemia, oliguria, alterazioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base. La perdita della funzionalità renale è evidenziabile con la misurazione della creatinina nel siero che consente di stimare la funzione renale.
 
L'insufficienza renale acuta (IRA) è una sindrome clinica caratterizzata da una rapida riduzione della funzionalità renale (calo della VFG) che determina aumento della azotemia e della creatininemia, oliguria, alterazioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base. La perdita della funzionalità renale è evidenziabile con la misurazione della creatinina nel siero che consente di stimare la funzione renale.
 
Esistono due criteri principali per definire l'insufficienza renale acuta: il criterio RIFLE e il criterio AKIN. Sono di estrema importanza poiché confermano che piccoli incrementi della creatininemia costituiscono un'insufficienza renale acuta e possono avere conseguenze importanti sulla sopravvivenza dell'individuo. Studi più recenti tendono a risolvere il problema identificando marcatori più sensibili della funzione renale, analoghi alla troponina che permetteranno una classificazione non dipendente dalla creatininemia i cui limiti in questi casi sono evidenti. In via sperimentale è l'uso della lipocalina-2 come marker dell'IRA.
 
Esistono due criteri principali per definire l'insufficienza renale acuta: il criterio RIFLE e il criterio AKIN. Sono di estrema importanza poiché confermano che piccoli incrementi della creatininemia costituiscono un'insufficienza renale acuta e possono avere conseguenze importanti sulla sopravvivenza dell'individuo. Studi più recenti tendono a risolvere il problema identificando marcatori più sensibili della funzione renale, analoghi alla troponina che permetteranno una classificazione non dipendente dalla creatininemia i cui limiti in questi casi sono evidenti. In via sperimentale è l'uso della lipocalina-2 come marker dell'IRA.
:<math>M_a=\frac{1}{n}\sum_{i=1}^n x_i</math>
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== SEPSI ==
 
== SEPSI ==
  

Versione attuale delle 12:39, 1 ott 2016

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PRE.C.I.O.U.S. (PREdictive Computer aIded scOring sUpport System) si propone di sviluppare una piattaforma tecnologica innovativa in grado di monitorare il paziente con sepsi, scompenso cardiaco e infarto del miocardio, predire lo sviluppo di insufficienza renale acuta e suggerire percorsi terapeutici/assistenziali personalizzati; applicando una nuova metodologia di monitoraggio che crei un nuovo modello predittivo in grado di ridurre significativamente la comparsa di eventi avversi.

Le principali condizioni cliniche monitorate del progetto PRE.C.I.O.U.S sono l’AKI e la SEPSI avvalendosi di indici MEWS. Di seguito i dettagli di queste condizioni.


AKI (ACUTE KIDNEY INJURY)

L'insufficienza renale acuta (IRA) è una sindrome clinica caratterizzata da una rapida riduzione della funzionalità renale (calo della VFG) che determina aumento della azotemia e della creatininemia, oliguria, alterazioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base. La perdita della funzionalità renale è evidenziabile con la misurazione della creatinina nel siero che consente di stimare la funzione renale. Esistono due criteri principali per definire l'insufficienza renale acuta: il criterio RIFLE e il criterio AKIN. Sono di estrema importanza poiché confermano che piccoli incrementi della creatininemia costituiscono un'insufficienza renale acuta e possono avere conseguenze importanti sulla sopravvivenza dell'individuo. Studi più recenti tendono a risolvere il problema identificando marcatori più sensibili della funzione renale, analoghi alla troponina che permetteranno una classificazione non dipendente dalla creatininemia i cui limiti in questi casi sono evidenti. In via sperimentale è l'uso della lipocalina-2 come marker dell'IRA.

SEPSI

Il termine sepsi (dal greco σήψις, sēpsis, "putrefazione") o setticemia indica una malattia sistemica, la risposta dell'organismo (sotto forma di SIRS, Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica) all'invasione di tessuti, fluidi o cavità corporee normalmente sterili da parte di microrganismi patogeni o potenzialmente patogeni. Le complesse interazioni tra il microrganismo infettante, il sistema immunitario dell'ospite, le risposte infiammatorie e la coagulazione, influenzano l'esito nella sepsi. Fino a poco tempo fa, la sepsi era considerata una condizione di iper-infiammazione e coagulabilità, con conseguente danno cellulare e squilibri della circolazione. Malgrado sia meno conosciuta di altre malattie ha un tasso di mortalità cinque volte superiore all'ictus e dieci volte all'infarto. La diagnosi tempestiva è fondamentale per la gestione della sepsi, come l'inizio di una corretta terapia precoce è fondamentale per ridurre la mortalità da sepsi grave.

MEWS

Per identificare tempestivamente i pazienti le cui condizioni fisiologiche potrebbero rapidamente precipitare, è stato sviluppato un semplice strumento di controllo delle funzioni vitali, il cosiddetto “Early Warning Score” (EWS). Numerose e recenti pubblicazioni hanno posto in chiara evidenza la necessità di “sistemi di allarme”, come il Modified Early Warning Score (MEWS), scaturito dal National Early Warning Score che consente di identificare le fasi prodromiche di malattia e di predisporre le cure adeguate; fornisce una chiara indicazione del livello di gravità e aiutano ad individuare il cut-off per l’invio al Dipartimento di Emergenza e Urgenza. Il principio di base degli EWS è quello di raccogliere parametri fisiologici di usuale e facile reperimento, riunendoli, attraverso un linguaggio comune, in una scala a punteggio che consenta una veloce e condivisa valutazione di medici e infermieri dello stato clinico dei pazienti. La sicurezza del paziente, così, viene straordinariamente potenziata. Le anomalie fisiologiche più comuni sono i cambiamenti dei segni vitali di base quali respirazione, polso, pressione arteriosa, temperatura, ossigenazione e funzione mentale e parametri aggiuntivi come il dolore, la diuresi e la glicemia. Ciononostante questi cambiamenti sono spesso mancanti, fraintesi o mal gestiti. Dalla revisione della letteratura emerge che il sistema Modified Early Warning Score (MEWS), è uno strumento decisionale utile a definire la situazione assistenziale più appropriata alla gravità clinica e la sua applicazione può essere utilizzata in diverse realtà come la Chirurgia d’urgenza, l’Ortopedia e Traumatologia, UTI e Pronto Soccorso. Il MEWS è utile anche per far fronte ad una delle problematiche principali, “l’owercrowdingill” (fenomeno dell’iperafflusso di utenti in PS, caratterizzato da un eccessivo e non programmabile sovraffollamento del PS, è un evento ampiamente conosciuto e studiato da anni nella letteratura anglosassone). Alcuni studi hanno dimostrato che il rapido trattamento migliora la sopravvivenza dei pazienti critici. Inoltre il National Health System, ha evidenziato quanto il riconoscimento della gravità, tempestività e appropriatezza di intervento sono tra i fattori che determinano l’esito clinico delle malattie acute; anche l’Institute Healthcare Improvement (IHI) ha definito il sistema di allerta Rapida come: “Pagelle che salvano le vite umane”. In generale, il sistema di risposta rapida o MEWS fornisce uno standard di riferimento universale per la valutazione del decorso clinico e per ridurre “allerte inutili” al personale medico di reparto e/o cardiologi ed anestesisti-rianimatori. Tuttavia le rilevazioni dei parametri vitali sono scarsamente utilizzati e attivati solo in parte dagli infermieri. (Bristow & Herrick, 2002; Kenward et al, 2004). La mancata utilizzazione dei criteri di attivazione, d’altronde, suggerisce anche la mancata opportunità per gli infermieri di attuare interventi precoci nei pazienti critici. Il paziente critico afferente ad una Medicina d’Urgenza rappresenta il paziente ideale in quanto la complessità della patologia di cui è affetto può evolvere e determinare la necessità di cure intensive.